La zona di comfort: come vivere in ambienti sani

La zona di comfort

Siamo quindi giunti alla fine della serie di articoli sul clima: abbiamo conosciuto gli aspetti tecnici del sole, del vento e dell’acqua.

Tutti questi elementi che ci circondano costituiscono il microclima degli ambienti in cui viviamo ogni giorno, e questi hanno la capacità di influenzarci a livello psicofisico.

Fin dalla notte dei tempi, l’uomo si è reso conto del potere degli elementi: Talete, Eraclito, Democrito, Epicuro e tanti altri formulano le loro teorie sugli elementi.
Associandoli alle cose, ne descrivono le caratteristiche e suggeriscono il modo per renderli equilibrati.

 

Il compito cui è chiamato oggi il progettista è rispondere a una sfida che trova le sue radici alle origini della storia stessa: equilibrare gli elementi, per trovare la zona di comfort ambientale.
Riuscire a ottenere la suddetta zona non è semplice. Innanzitutto, bisogna considerare il fatto che, in base ai soggetti, la zona di comfort potrebbe essere diversa. Ad esempio, a seconda dell’età o del sesso, le temperature variano.
Quindi, possiamo affermare che non esiste una zona di comfort univoca. È proprio per questo, dunque, che l’obiettivo del progettista deve essere quello di raggiungere la zona di neutralità termica1, creando così quel range di tolleranza tale che tutte le persone, pur con diverse esigenze, possano trovarsi in uno stato di comfort. In merito a quanto detto bisogna porre l’accento sulla definizione di benessere. Infatti, diremo che una situazione di benessere psicofisico si manifesta quando un’elevata percentuale di persone, posta all’interno di un ambiente, vestita con tessuti simili e in un medesimo stato di stress fisico, non sapendo cosa preferire tra una temperatura più alta e una più bassa, si dichiara soddisfatta.
Zona di comfort
Ciò detto, vedremo di capire meglio come definire la zona di comfort. Questa si verifica quando risultano contemporaneamente presenti le tre diverse tipologie di benessere di cui l’uomo ha bisogno, ovvero: Quando l’equilibrio fra questi tre fattori è raggiunto allora avremo ottenuto una zona di comfort.
Tuttavia, mentre il benessere acustico trova la sua ragion d’essere strettamente nella progettazione dell’involucro edilizio, il benessere termo-igrometrico e quello luminoso sono frutto di un’attenta progettazione sì dell’involucro, ma soprattutto della forma e di un attento studio del sito. Grazie alle moderne tecnologie studiare con attenzione questi fattori è possibile.
Il progettista bioclimatico deve conoscerli per inserire nella sua offerta degli ambienti che siano un piacere da vivere, sia per la loro alta qualità estetico-funzionale che per quella della salubrità degli spazi.

[1] «La neutralità termica rappresenta la temperatura ambientale alla quale la temperatura corporea si mantiene ottimale con la semplice quantità di calore prodotta dal metabolismo […]» (F. Chirico, Il comfort termico negli ambienti di lavoro, Edizioni FerrariSinibaldi, 2017).