La zona di comfort: il benessere termo-igrometrico

Benessere termo-igrometrico
Il benessere termo-igrometrico viene definito dall’American Society of Heating Ventilation and Air-conditioning Engineers (ASHRAE) come quel particolare stato della mente che esprime soddisfazione con l’ambiente circostante.

Per raggiungere il thermal comfort è quindi necessario che coincidano due variabili: soggettive e ambientali.
Le prime sono relative all’attività che l’individuo svolge all’interno dell’ambiente, al tipo di vestiario e all’attività metabolica1 secondo norma UNI EN ISO 7730.
Le seconde invece, sono quattro e si riferiscono a variabili squisitamente fisiche e misurabili: Dal momento che l’argomento è assai soggettivo, la UNI EN ISO 7730 stabilisce due indici per la valutazione del benessere termo-igrometrico di un ambiente: il PMV2 e il PPD3.
Il primo indica il valore medio dei voti di sensazione termica espressi da un gran numero di persone esposte alle stesse condizioni ambientali. Il secondo esprime la percentuale delle persone insoddisfatte in un ambiente.
[1] L’attività metabolica di un individuo è il processo di trasformazione dell’energia chimica prodotta dall’assunzione del cibo in energia termica. La potenza metabolica viene riferita all’unità di superficie corporea e normalmente l’attività metabolica di un individuo è espressa in met. Secondo le disposizioni della UNI EN ISO 7730, 1 met corrisponde a 58,2 W/m2.

[2]
Predicted Mean Vote (PMV), indice costruito con un’indagine su 1300 soggetti. Il valore di questo indice può variare da -3 a +3 e rappresenta l’indice di soddisfazione di un soggetto in un ambiente. Il valore medio è lo zero, e rappresenta l’equilibrio tra le sensazioni eccessive, di calore (+1, +2, +3) e di freddo (-1, -2, -3).

[3]
Percentage of Person Dissatisfied (PPD), fornisce la percentuale prevedibile delle persone che saranno insoddisfatte poiché percepiranno l’ambiente troppo caldo o troppo freddo votando con valori estremi (-2, -3, +2, +3) [fonte].