Il manufatto si presentava come un rudere abbandonato e in cattivo stato. La costante ricerca, approfondita anche attraverso le carte storiche visionate presso gli uffici delle ferrovie italiane, mi ha dato modo di scoprire la bellezza, l’importanza e la storia che questo luogo conteneva.
Alla fine, il progetto di restauro era qualcosa che io dovevo a lui, in cambio della conoscenza che mi aveva fornito.
La materia è ciò che racchiude e racconta la storia di un manufatto, ed è stata proprio quella che ho cercato di preservare: ho previsto indagini degli intonaci, per poter capire quali parti mantenere e ho previsto una reintegrazione delle capriate lignee troppo ammalorate con l’inserimento di due lucernari fotovoltaici nei punti dove il soffitto era crollato. Intervento non invasivo e mantenimento delle preesistenze sono state le parole cardine del progetto.
Il rispetto per la materia di cui è costituito, mi ha suggerito di utilizzare soluzioni in massima parte reversibili. Ma soprattutto ho voluto dare nuova funzione al manufatto senza però alterare la distribuzione interna, che infatti è rimasta invariata.
Alla fine, il progetto di restauro era qualcosa che io dovevo a lui, in cambio della conoscenza che mi aveva fornito.
La materia è ciò che racchiude e racconta la storia di un manufatto, ed è stata proprio quella che ho cercato di preservare: ho previsto indagini degli intonaci, per poter capire quali parti mantenere e ho previsto una reintegrazione delle capriate lignee troppo ammalorate con l’inserimento di due lucernari fotovoltaici nei punti dove il soffitto era crollato. Intervento non invasivo e mantenimento delle preesistenze sono state le parole cardine del progetto.
Il rispetto per la materia di cui è costituito, mi ha suggerito di utilizzare soluzioni in massima parte reversibili. Ma soprattutto ho voluto dare nuova funzione al manufatto senza però alterare la distribuzione interna, che infatti è rimasta invariata.